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Fonte: SNAI

TENNIS INDIAN WELLS, NADAL-ALCARAZ PROMETTE SPETTACOLO



19 marzo 2022

Tutti aspettavano il derby e il derby è arrivato. Col suo carico di attese e di speranze, perché per quanto racconta l’attualità del tennis di questo primo scorcio di stagione la sfida tra Rafael Nadal e Carlos Alcaraz è molto più di un confronto generazionale. Rafa è indiscutibilmente il numero uno al mondo da tre mesi a questa parte: da gennaio ha conosciuto solo vittorie (19) e ha già programmato di riposarsi un po’ dopo la fine del torneo di Indian Wells, saltando Miami e dando appuntamento al primo torneo sulla terra rossa nell’amata Montecarlo. Alcaraz è però quanto di più insidioso possa esserci, almeno stando a quel che ha fatto vedere nelle ultime settimane: in California ha impressionato per solidità, concentrazione e condizione fisica. Una variabile, questa, solitamente appannaggio del suo grande idolo, quello al quale ha detto di ispirarsi sin dal primo giorno in cui ha impugnato la racchetta. Ma che stavolta potrebbe ritorcersi contro il mancino di Manacor, che qualche problemino l’ha accusato nel corso del torneo, non ultimo quello al piede sinistro (affetto dalla sindrome di Mueller-Weiss) che dopo due mesi e mezzo di partite sul duro sta cominciando a presentargli il conto.

ALCARAZ AL PRIMO VERO ESAME DI MATURITÀ

Alcaraz favorito? Beh, a voler essere pignoli, l’azzardo non sarebbe neppure così… azzardato. Perché Carlos è in gran spolvero e lo ha dimostrato infilando una striscia di 4 vittorie senza cedere nemmeno un set, soffrendo un po’ solo al servizio dove ancora fatica a entrare in campo con la prima. Si spiegano così i quattro break concessi a Norrie nel match dei quarti di finale, pratica risolta grazie all’efficacia della risposta che gli ha fruttato ben 6 break in una sfida dove paradossalmente chi andava a servire finiva per rischiare di mettersi nei guai. Considerando il percorso netto al Rio Open e la vittoria in Coppa Davis, Alcaraz è in serie aperta da 10 partite e punta dichiaratamente a mettere le mani sul primo Masters 1000 in carriera dopo aver fatto suo il primo ATP 500 in Brasile (il primo 250 è arrivato a Umago la scorsa estate). E sebbene Nadal resti sempre Nadal, specialmente quello visto in questo primo scorcio di 2022, la fatica accumulata dal maiorchino nell’ultima settimana potrebbe rivelarsi un fattore determinante e consegnare al giovane erede la più ghiotta delle chance per prendersi la finale.

NADAL IN CORSIA DI SORPASSO SU ZVEREV

Non inganni l’unico precedente tra i due spagnoli: la scorsa primavera sulla terra di Madrid non ci fu storia, con Rafa lesto a imporsi per 6-1 6-2 su un Alcaraz ancora troppo acerbo per poter opporre resistenza al suo idolo. Stavolta sarà diverso, e non soltanto per via della superficie che ben si addice alle caratteristiche del giovane murciano, che ha dimostrato di sapersi destreggiare bene sulla terra ma che ha confessato candidamente di gradire di più il cemento. Chiaro che per Carlos questa sarà una prova di maturità importante, una sorta di esame per entrare definitivamente nell’elite del tennis mondiale: vincendo potrebbe interrompere la striscia vincente di Nadal e presentarsi una volta di più come la mina vagante del circuito, per giunta in una fase dove l’assenza di Djokovic e la discontinuità dei vari Medvedev, Zverev e Tsitsipas rischia di rimescolare in fretta le carte anche nei piani alti della top ten. Di più: mal che vada lunedì Alcaraz farà registrare il suo best ranking, che dovesse perdere stasera (diretta dopo le 22 su Sky Sport Arena) oppure in finale lo vedrebbe balzare al numero 15, mentre in caso di vittoria salirebbe al numero 13 scavalcando anche Schwartzmann, l’argentino che ha sconfitto in finale a Rio qualche settimana fa. Anche Nadal, accedendo in finale, guadagnerebbe una posizione, risalendo alla numero 3 in luogo di Zverev e avvicinando sensibilmente la coppia composta da Djokovic e Medvedev, a quel punto distante un migliaio di punti appena.

L’ESPERIENZA DI RAFA CONTRO I MUSCOLI DI CARLOS

Tatticamente la sfida verterà molto sulla ritrovata efficacia al servizio di Nadal e sulla sua capacità di cambiare il piano partita in corso d’opera, come fatto egregiamente con Monfils nel terzo set, quando cioè ha alzato sensibilmente il livello della propria risposta, obbligando il francese a colpire la palla in modo meno potente. L’esperienza di Rafa è un valore aggiunto di cui Alcaraz non può far sfoggio, oltre al fatto che senza un’adeguata percentuale di prime il rischio è quello di doversi affidare unicamente alla risposta da fondocampo, quindi cercando di prolungare gli scambi e letteralmente vedere chi ne ha di più. Un rischio contro Nadal, che di questo fondamentale è autentico maestro, ma anche una necessità per provare a disinnescarne quella fiducia che nei momenti più delicati gli ha sempre permesso di ribaltare l’inerzia degli incontri. Di sicuro non ci sarà da annoiarsi: in Spagna non vedono l’ora di godersi la festa, ben sapendo che comunque vada ci sarà qualcosa per cui varrà la pena essere contenti.
Luca Nicola
Ciao mi chiamo Luca mi puoi dare il sito per vedere la partita?
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Fonte: UBITENNIS

[size=big]Wimbledon: finale Djokovic-Berrettini in chiaro su TV8[/size]

[size=normal]Decisione dell’ultimo minuto di Sky. I precedenti e la normativa dell’AGCOM sugli eventi di particolare rilevanza sociale[/size]

Pubblicato il 10/07/2021 By Vanni Gibertini

Non era ancora caduta l’ultima palla della semifinale tra Berrettini e Hurkacz che già si iniziava a parlare della possibilità di avere la finale di Wimbledon trasmessa in chiaro domenica pomeriggio, magari sulla RAI. Eh sì, d’altronde il novembre scorso, quando Jannik Sinner stava per aggiudicarsi il suo primo torneo ATP a Sofia, la TV di Stato decise all’ultimo minuto di acquistare i diritti della partita e mostrarla nientemeno che su Rai 2, all’interno del sabato pomeriggio sportivo.

Ma in quel caso i diritti del torneo bulgaro erano di proprietà di SuperTennis, la televisione della FIT, alla quale certamente non può che far piacere la possibilità di un palcoscenico così importante per il tennis, quindi la soluzione a un problema per certi versi inesistente è stata molto semplice.



Qui a Wimbledon invece i diritti sono di proprietà di Sky, e la questione è molto diversa. Si è già visto l’aprile scorso, quando Sinner era arrivato in finale al Miami Open, un torneo Masters 1000 appena sotto a quelli dello Slam per importanza. Anche lì dopo la vittoria in semifinale dell’altoatesino contro Bautista Agut si levò la richiesta popolare per la trasmissione del match in chiaro, ma ciononostante furono solamente gli abbonati Sky a poter assistere in diretta alla sfortunata prova di Sinner contro Hurkacz.

Sky è un’azienda privata, che deve pensare ai propri azionisti e a salvaguardare i propri investimenti. I diritti di Wimbledon non costano proprio due soldi: si tratta di un impegno finanziario notevole, cui si aggiunge lo sforzo produttivo che quest’anno ha visto Stefano Meloccaro e Paolo Lorenzi presenti sul posto a Londra e decine di persone impegnate negli studi di Milano a fornire fino a 9 canali contemporaneamente per seguire gli incontri dei Championships.



In Italia però esiste una delibera dell’Autorità Garante per le Telecomunicazioni (AGCOM) che sancisce come gli “eventi di particolare rilevanza per la società” debbano essere trasmessi da emittenti italiane “in grado da assicurare ad almeno l’80% della popolazione italiana la possibilità di seguirli su un palinsesto gratuito senza costi supplementari”. In altre parole, devono essere trasmessi sul digitale terrestre.



In questa delibera, la n. 131/12, all’Allegato B, Articolo 2 si può trovare una lista di questi eventi, di cui gli unici tennistici sono “la finale e le semifinali della Coppa Davis e della Fed Cup alle quali partecipi la squadra nazionale italiana e degli Internazionali d’Italia di tennis alle quali partecipino atleti italiani”. Tuttavia, all’Articolo 1 vengono definiti i criteri che deve soddisfare un evento per essere definito come “di particolare rilevanza per la società”. Perché ciò accada, è necessario che l’evento soddisfi almeno due dei seguenti criteri:



a) l’evento e i suoi esiti godono di risonanza speciale e generalizzata in Italia ed interessano altre persone oltre a quelle che normalmente seguono il tipo di evento in questione;



b) l’evento gode da parte della popolazione di un riconoscimento generalizzato, riveste una particolare importanza culturale ed è un catalizzatore dell’identità culturale italiana;



c) l’evento coinvolge la squadra nazionale di una determinata disciplina sportiva in un torneo internazionale di grande rilievo;



d) l’evento è stato tradizionalmente trasmesso sulla televisione non a pagamento e ha raccolto un ampio pubblico di telespettatori in Italia.



Se consideriamo la finale di Wimbledon di domenica prossima tra Berrettini e Djokovic, credo si possa essere d’accordo che il criterio a) è perfettamente rispettato e quello c) non lo è. Poi è certamente più no che sì per il criterio d), dal momento che Wimbledon non viene trasmesso in chiaro in Italia dal lontano 1991, quando c’era ancora la gloriosa Tele Capodistria con Rino Tommasi, Gianni Clerici, Ubaldo Scanagatta e Roberto Lombardi. L’unico punto su cui si potrebbe discutere è il criterio b): Wimbledon gode sicuramente di un riconoscimento generalizzato, è certamente un fenomeno non solamente sportivo ma anche di costume, ma occorre uno slancio di generosità per dire che la presenza di Berrettini in finale a Church Road sia un “catalizzatore dell’identità culturale italiana”.



Quindi non sembra esistere alcuna normativa che imponga a Sky di trasmettere la partita in diretta in chiaro. Peraltro l’emittente del gruppo Comcast potrebbe farlo senza dover cedere i diritti alla RAI, dal momento che possiede due canali sul digitale terrestre: TV8 (sulla posizione n. 8) e Cielo (sulla posizione n. 26). Però anche quando nel 2015 allo US Open arrivarono alla finale femminile Flavia Pennetta e Roberta Vinci, Discovery (proprietaria di Eurosport) che allora era titolare dei diritti per l’Italia decise di trasmettere la partita in chiaro su Deejay TV, alla posizione n.9 del digitale terrestre. Il match andò in onda il sabato sera in prima serata, e la decisione fu presa senza alcun obbligo legale.



Sky ha infine deciso di seguire la stessa strada e quindi trasmetterà la finale maschile di Wimbledon in diretta su TV8, il suo canale principale in chiaro, per la gioia di tutti gli appassionati, abbonati e non. TV8, oltre ad essere visibile sulla posizione 8 del digitale terrestre, è anche ricevibile, in alta definizione (HD), sulla piattaforma satellitare gratuita TivùSat.
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Fonte: Il Corriere della Sera

[size=big]Berrettini in semifinale a Wimbledon: battuto Auger-Aliassime in 4 set. È il secondo italiano di sempre[/size]

[size=normal]Matteo Berrettini centra la semifinale di Wimbledon battendo in 4 set il canadese Auger-Aliassime. Solo Pietrangeli era arrivato fin qui, nel 1960. Ora Hurkacz[/size]

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La storia si è compiuta. Dopo 61 anni, e per la prima volta nell’era Open, c’è un italiano in semifinale a Wimbledon. È il capolavoro di Matteo Berrettini che, con il successo in quattro set sul canadese Felix Auger-Aliassime (6-3 5-7 7-5 6-3 in tre ore e 4’), si conquista un posto tra i primi quattro dei Championships. Chissà se Berrettini — sotto gli occhi della fidanzata Ajla, sconfitta martedì dalla numero uno del mondo Barty — avrebbe forse sognato di trovare Roger Federer, ma lo svizzero è stato eliminato in tre set dal polacco Hurkacz, subendo tra l’altro il primo 6-0 della sua vita sul verde di Wimbledon.

Venerdì, tra l’Italia e la prima finale all’All England Club, c’è un giocatore che ha già spezzato il sogno di Jannik Sinner nella finale del Masters 1000 di Miami. «È tutto una cosa pazza adesso — dice Berrettini —. Grazie a Felix (la cui compagna è la cugina di Ajla, ndr), abbiamo giocato una grande partita: è uno dei miei migliori amici, non è mai facile affrontarlo. Ma lo sport è così e sono molto felice. Non so se ho mai giocato così bene: sto cercando di vincere tutte le partite che gioco, ognuna è difficile e diversa. Oggi Felix ha giocato meglio di me in alcuni momenti della partita, ma oggi il livello non era importante: l’importante era vincere. Hurkacz? Sarà la prima semifinale per tutti e due. Ho fiducia». Berrettini si gode un risultato meraviglioso, la seconda semifinale raggiunta in uno Slam dopo gli Us Open 2019.

Berrettini domina il primo set

Sul campo numero 1, mentre il Centrale era riservato a Djokovic (che ha sconfitto Fucsovics e ora affronterà Shapovalov) e Federer — a cui il pubblico di Wimbledon ha chiesto «one more year», terrorizzato di aver visto l’ultima esibizione della carriera dello svizzero —, Matteo è partito benissimo, dominando il primo set fino al settimo game. Sul 5-2 e servizio, però, al termine di un game combattutissimo Auger-Aliassime si è preso un break che a un avversario dell’azzurro non capitava dal primo turno contro Pella. Bravissimo, però, il romano a rispondere subito e a portare a casa il set.

Nel terzo game del secondo set, altro break di Auger-Aliassime, a cui Berrettini ha risposto nel sesto, con un doppio fallo dell’avversario a ridargli il servizio perduto. Altro snodo nel settimo game: palla break concessa da Berrettini con un dritto largo di mezzo metro, annullata con una meravigliosa palla corta, il primo di tre punti consecutivi per andare 4-3. Che sarebbe potuto essere 5-3, se Auger-Aliassime non avesse annullato altre tre palle break, l’ultima delle quali finita in rete con un rovescio in back fuori giri. Errore ripetuto sulla palla break che ha mandato Auger-Aliassime a servire per chiudere il secondo set. Meno sussulti nel terzo, dove Berrettini ha dovuto annullare due palle break sull’1-1, le uniche dei primi dieci game.

Nell’undicesimo l’allungo: passante lungo linea di Matteo (inutile il recupero di Auger-Aliassime) e due set point. Buono il primo, con un rovescio del canadese fuori di pochi centimetri. Tre errori di dritto di Auger-Aliassime nel secondo game del quarto set hanno dato a Berrettini la possibilità di andare a condurre 2-0: subito sfruttata, grazie a un errore nella volée del canadese. Matteo si è portato il break di vantaggio fino alla fine, fino ad alzare le braccia al cielo e far cadere a terra la racchetta, fino a entrare nella storia del tennis italiano.
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Fonte: UBITENNIS

[size=big]Berrettini da impazzire a Madrid: Ruud annichilito, è la prima finale in un Masters 1000[/size]

[size=normal]MADRID – Matteo Berrettini è il terzo italiano della storia a qualificarsi per la finale di un 1000. Gioca una delle migliori partite in carriera per battere Ruud: adesso la sfida a Zverev[/size]

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[size=normal][8] M. Berrettini b. C. Ruud 6-4 6-4[/size]

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Lo ha sempre ripetuto in questi giorni: “Io sono cresciuto giocando sulla terra battuta“. E dunque quale superficie migliore, se non la rapida terra della Caja Magica di Madrid, per centrare la prima finale in un Masters 1000 per Matteo Berrettini?

Il numero uno del tennis azzurro diventa il terzo italiano a centrare questo obiettivo dopo Fognini a Montecarlo 2019 e Sinner tre mesi fa a Miami. Lo fa battendo Casper Ruud, giocatore ormai di grande sostanza su questa superficie che lo aveva battuto in entrambi i precedenti sul rosso, al Roland Garros 2019 e a Roma pochi mesi fa – sconfitta che era risultata particolarmente amara per Matteo, che conduceva nel tie-break conclusivo. Berrettini aveva vinto la sfida dello US Open 2020 e con la vittoria di oggi, inappellabile dal primo all’ultimo game, completa la sua personale e meritata rivincita. Una prestazione impeccabile soprattutto con il dritto, a tratti devastante, che Ruud non è mai riuscito ad arginare.



IL MATCH – A differenza di ieri che ha dovuto contendersi il sostegno con il cileno Garin, oggi quasi tutto lo scarno pubblico del campo centrale era dalla parte dell’italiano; lui ha risposto variando più spesso il gioco rispetto al suo avversario e le sue smorzate ne sono una testimonianza. Rispondere ai servizi del norvegese in fin dei conti non è così arduo e una volta prese le misure, Matteo è riuscito a farlo con una certa regolarità spesso optando per una risposta al corpo. I frutti sono arrivati nel nono game dove Casper si è complicato le cose con un doppio fallo; dopo aver avuto tre occasioni per tenere il game ha allentato un po’ la presa, e un Berrettini estremamente deciso ne ha approfittato prendendo il controllo anche degli scambi da fondo e centrando il break alla prima occasione. Nel game successivo il suo ruggito e il suo pugno, a seguito di ogni prima vincente, lo hanno accompagnato ad un primo set vinto 6-4 in 41 minuti dove letteralmente ha saputo cogliere l’unico impercettibile passaggio a vuoto del suo avversario.



Nei primi game del secondo parziale i due giocatori sono tornati nella fase di studio reciproca anche se la sensazione era quella che Berrettini si trovasse in fase ascendente mentre il 22enne norvegese era sempre più scricchiolante. La rottura definitiva c’è stata sul 3 pari quando Berrettini si è imposto perentoriamente col suo dritto, forse oggi ancora più decisivo della battuta. Il n.22 del mondo si è intristito un po’ come successo ieri a Garin e ha persino rischiato di perdere ancora una volta la battuta e dunque il match. L’italiano però è stato ricacciato con un ultimo colpo di coda e quindi Berettini ha dovuto fare un ulteriore giro al servizio, giusto per regalare un altro paio di minuti di tennis al pubblico madrileno al quale oggi è imposto l’ultima notte di coprifuoco. Ruud con la testa era già da un’altra parte e i suoi gratuiti hanno posto fine all’incontro 6-4 6-4 dopo un’ora e 21 minuti decretando il successo di Berrettini.



Ricordiamo che entrambi i tennisti erano al loro esordio nel tabellone principale del torneo. Il tennista romano inoltre alla sua seconda semifinale in un ATP 1000 della carriera dopo Shanghai 2019 raggiunge l’atto conclusivo; in quell’occasione perse proprio dal suo avversario di domani, Zverev. I precedenti sono 2-1 in favore del tedesco ma sulla terra il conteggio è 1-1 (entrambi a Roma). Per Ruud invece questa resta comunque un’ottima settimana durante la quale è arrivata la vittoria più prestigiosa della sua carriera, contro il n. 5 Tsitsipas, e per il terzo 1000 consecutivo su questa superficie è riuscito a raggiungere il traguardo della semifinale.
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[size=small]Fonte: SKY SPORT[/size]

[size=big]Madrid Open, Berrettini in semifinale: battuto Garin in tre set

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[size=normal]MADRID – Il n. 1 italiano rimonta e vince in tre set su Garin : adesso solo Ruud lo separa dalla seconda semifinale ‘1000’ in carriera.[/size]

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Al Madrid Open l’azzurro batte il cileno in tre set e approda in semifinale, dove affronterà Ruud (in diretta non prima delle 21 su Sky Sport Uno/Sky Sport Arena). Un Berrettini inizialmente spento perde 7-5 il primo set, nel secondo attraversa un momento di crisi ma riesce a ritrovarsi e a vincere in rimonta 6-3 per poi completare l’opera nel terzo (6-0)
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Fonte: UBITENNIS



[size=big]ATP Montecarlo, il programma degli ottavi: Fognini nel pomeriggio sul Campo dei Principi[/size]

Sul Centrale nell’ordine: Tsitsipas, Djokovic, Nadal e Rublev a partire dalle 11. Terzo match per Fabio sul secondo campo contro Filip Krajinovic

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Al Montecarlo Country Club si comincia a fare sul serio nella giornata di giovedì quando si giocheranno tutti gli incontri di ottavi di finale: si comincia come sempre alle ore 11 con quattro incontri per ciascuno dei due campi principali: sul Centrale apre Stefanos Tsitsipas contro uno specialista del rosso come Cristian Garin, a seguire le due star del torneo: prima Novak Djokovic contro il sorprendente britannico Dan Evans, a seguire una sfida ormai consumata tra Rafael Nadal e Grigor Dimitrov [13-1 per Rafa i precedenti, 3-0 nel Principato). Chiude il programma sul Ranieri III l’ottavo più equilibrato: quello tra il N.6 del seeding Andrey Rublev e il N. 9 Roberto Bautista Agut (3-2 per lo spagnolo i precedenti).



Sul Campo dei Principi apre alle 11 un ottavo a sorpresa: quello tra la wild-card francese Lucas Pouille e il giovane Alejandro Davidovich Fokina che ha eliminato il nostro Berrettini al secondo turno. A seguire Alexander Zverev sfida David Goffin in un match di sicuro interesse (2-1 per il tedesco i precedenti)

Terzo match su quel campo sarà quello tra Fabio Fognini e Filip Krajinovic (2-0 per il serbo nei precedenti), a seguire il match che ne deciderà l’avversario nei quarti quello tra il norvegese Casper Ruud e il fresco campione a Marbella Pablo Carreno Busta.



Campo Centrale (Ranieri III) dalle ore 11



[4] S. Tsitsipas vs [16] C. Garin

[1] N. Djokovic vs D. Evans

[14] G. Dimitrov vs [3] R. Nadal

[6] A. Rublev vs [9] R. Bautista Agut



Campo dei Principi dalle ore 11



[WC] L. Pouille vs A. Davidovich Fokina

[11] D. Goffin vs [5] A. Zverev

[15] F. Fognini vs F. Krajinovic

C. Ruud vs [12] P. Carreno Busta
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Fonte: Huffpost



[size=normal]Sogna il tennis italiano: Sonego vince gli Atp 50 di Cagliari. A Montecarlo ben 9 azzurri

Battuto al terzo set dopo tre ore il serbo Djere.
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Lorenzo Sonego vince gli Atp 250 Sardegna Open di Cagliari. Il tennista piemontese ha battuto in tre set (2-6, 7-6, 6-4) il serbo Laszlo Djere al termine di una partita maratona di tre ore e un minuto. Per Sonego è il secondo titolo Atp nella carriera da singolarista.

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Ieri sempre a Cagliari aveva vinto il suo primo titolo Atp in doppio in coppia con Andrea Vavassori. Importantissimo il secondo set vinto al tie break dall’azzurro. Nell’ultimo set decisivo il break al quinto game, poi Sonego ha sempre mantenuto il servizio sino alla fine.



Il buon momento del tennis italiano è confermato anche dai 9 azzurri nel tabellone principale del ‘Rolex Monte-Carlo Masters’, secondo Masters 1000 stagionale.



Nessun Paese ha più rappresentanti in singolare dell’Italia. Oltre a Fabio Fognini, campione in carica, Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti, si aggiungono quattro giocatori provenienti dalle qualificazioni: Caruso, Cecchinato, Fabbiano, Travaglia.
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Buongiorno a tutti e buon AO 🎾!! A questo proposito, vi segnalo un'ottima promozione di Eurosport (vi ho aderito anch'io, solitamente contrario a pagare, e vedo tutto in stream): €0,99 per il primo mese di abbonamento (IMPORTANTE ⚠DISDIRE UN GIORNO PRIMA), per poter assistere a tutte (spero) le partite degli AO e a moltissimi altri eventi sportivi (NON c'è calcio ⚽ serie A) e non doversi sbattere a cercare canali streaming. Potete vederlo su tutti i vostri dispositivi contemporaneamente (cellulare, tablet, smart TV ecc) a patto ovviamente di avere connessione internet. Buona visione a tutti!! 💪🔝🏆
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Fonte: UBITENNIS

Pubblicato il 15/11/2020 By Laura Guidobaldi

https://www.tennisworlditalia.com/imgb/66204/il-commento-di-jannik-sinner-dopo-la-storica-vittoria-del-torneo-di-sofia.jpg



Riccardo Piatti: “Ho mostrato a Sinner come Federer e Djokovic superano i momenti no”

https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2019/02/Riccardo-Piatti-foto-Gabriele-Lupo.jpg



Riccardo Piatti intervistato da Il Secolo XIX e Il Corriere dello Sport. Piatti: “Ricordargli gli atleti che non hanno confermato le aspettative? Non vedo perché dovrei. La migliore educazione non è mettere timori, ma mostrare la strada”.



Primo titolo ATP a Sofia per Jannik Sinner, che diventa così il più giovane azzurro a sollevare un trofeo nel circuito maggiore. Un grande successo personale, certo, ma anche di un team e di un coach – Riccardo Piatti – tra i migliori del circuito.

Claudio Paglieri lo ha intervistato per Il Secolo XIX, al Piatti Tennis Center mentre Alessandro Mastroluca lo ha sentito al telefono per il Corriere dello Sport; Piatti conferma la grande maturità del giovane azzurro sottolineando, inoltre, il grande lavoro che c’è dietro la sua precoce scalata: “C’è molto lavoro dietro. Io e il suo team cerchiamo di semplificare il più possibile le situazioni che può trovare in partita”. In entrambe le interviste ha detto: “A Jannik ho fatto vedere tantissime partite di Federer, Nadal e Djokovic, ma solo nelle parti in cui giocano male. Si deve rendere conto che succederà anche a lui e imparare a uscire da quelle situazioni”.



Al Corriere dello Sport precisa: “Ha ancora molto da fare, deve allenarsi dopo ogni partita, l’ha fatto anche a Sofia, come era successo a Roma“.



Jannik sta dimostrando di avere molte frecce al suo arco. Molto spesso riesce a trovare la soluzione giusta nei momenti di difficoltà, anche se a volte è complicato. Al Secolo XIX dice: «Sì, certe volte può diventare controproducente, gli dico sempre che deve scegliere le soluzioni semplici invece di quelle difficili […]”.



Nella pausa forzata causata dalla pandemia di coronavirus, Sinner ha potuto allenarsi e confrontarsi con tanti campioni: “Si è potuto allenare bene, 2-3 volte al giorno, tecnicamente e tatticamente. […] a giugno a Montecarlo c’erano tanti campioni ha giocato con Dimitrov, Wawrinka, Berrettini, Goffin, Zverev. E si è reso conto che li batteva”.



Ora, molto spesso, Sinner gioca da favorito. Come vengono gestite le pressioni e le aspettative che giungono dall’esterno? “Jannik è un ragazzo monotematico e monopensiero, gli piace il tennis, vuole conoscere tanto del tennis. Di tutto il resto ci sono persone che si occupano”. Per Piatti è fondamentale essere sempre positivi: “Ricordargli gli atleti che non hanno confermato le aspettative? Non vedo perché dovrei. La migliore educazione non è mettere timori, ma mostrare la strada. Perché c’è ancora tanta strada da fare”.
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Fonte: UBITENNIS

Vienna: Sonego strapazza Djokovic, è la peggior sconfitta di sempre per Nole

Prestazione sontuosa di Lorenzo Sonego, che confeziona la settima impresa di un italiano contro un numero uno del mondo



Pubblicato ‌ il 30/10/2020 ‌

By Michelangelo Sottili

[LL] L. Sonego b. [1/WC] N. Djokovic 6-2 6-1





È un Lorenzo Sonego strepitoso quello che batte il numero 1 del mondo Novak Djokovic lasciandogli appena tre giochi e infliggendogli la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP. 6-2 6-1 in sessantotto minuti, un risultato mai in discussione nonostante da un momento all’altro fosse attesa la reazione di Djokovic, che è effettivamente salito nel corso del secondo set, ovviamente non ai livelli di colui che ha vinto 38 match in stagione e mercoledì scorso si era già assicurato il numero 1 di fine stagione.





Tanto merito dell’azzurro, autore della prestazione della vita (finora, gli auguriamo), tirando 26 vincenti complessivi, tenendo in campo tantissime risposte e concedendo appena quattro errori non forzati di rovescio. Lo avevamo visto in ottima forma già dal primo turno contro Lajovic, con i piedi molto rapidi che gli permettevano di giocare dritti filanti, dimostrando di meritare la fortuna del ripescaggio come lucky loser, poi confermandosi contro Hurkacz. Nel venerdì viennese, si è preso la semifinale contro – lo ribadiamo così cominciamo a crederci – contro Djokovic. È anche il primo successo contro un top 10 al quarto tentativo.









IL MATCH – Nei primi due incontri, Djokovic è stato piuttosto passivo e relativamente impreciso nel set iniziale; anche se in entrambi i casi Nole è riuscito a a far suoi quei parziali grazie anche alla tensione degli avversari di fronte alla possibilità di prenderseli, sarebbe importante per Lorenzo rimanere aggrappato al servizio e quindi al punteggio. Evidentemente questa parte gli sta stretta perché comincia addirittura con un break a favore, l’azzurro, che incamera due macroscopici errori serbi – uno smash e un dritto comodi – su altrettante difese disperate. Il dritto di Lorenzo fila che è una meraviglia, il rovescio tiene, Djokovic ancora non è entrato in partita e si fa sorprendere da solidità e intensità di un avversario che per il momento non accenna a tremare, come dimostrano anche un paio di buone smorzate. Quando il numero 1 del mondo tiene un turno di battuta mettendo a referto il suo primo game, Sonego ne ha già incamerati quattro e non ha alcuna intenzione di fermarsi.





Lorenzo Sonego – ATP Vienna 2020 (via Twitter, @atptour)



Aiutato anche dal servizio, il venticinquenne di Torino si assicura la possibilità di servire due volte per il set, mentre Novak insegue a fatica, con meno di metà di prime in campo e un punto su tre vinto sulla seconda. Il momento della verità non rallenta né il braccio né i piedi di Lorenzo che chiude 6-2, vincendo il suo primo set contro un top ten dopo le sconfitte con Isner, Federer e Thiem del 2019. Ci si aspetta la reazione veemente del campione e, invece, si ricomincia dall’inizio, con il break in apertura di Sonego che risponde quasi sempre, prende il campo e continua ad approfittare delle imprecisioni di un Djokovic un po’ perplesso un po’ dimesso – e non può essere altrimenti se l’altro consolida il vantaggio con tre ace.





Comincia a salire, il rendimento del fenomeno di Belgrado, il quarto gioco si allunga e arrivano le prime opportunità di strappare il servizio, ma Lorenzo le cancella tutte e tre con coraggio. E, nel game successivo, si concede pure il lusso di fallire una palla facile con Djokovic battuto, perché si prende ugualmente un altro break con un bel passante dopo il servizio e volée serbo. Djokovic preme sull’acceleratore e va sullo 0-40 in risposta, ma Sonego annulla anche queste, una grazie anche a una smorzata inguardabile dell’altro (zero punti su quattro con i drop shot, alla fine), per poi prendersi il game dopo due gran recuperi, con tanto di smash non chiuso da parte di Nole. Finisce in bellezza, trafiggendo il più forte del 2020 che chiude con un serve al quale non può far seguire la volley.





Sarà allora semifinale contro Daniel Evans, semifinalista ad Anversa sette giorni fa, che ha superato Grigor Dimitrov 7-6(3) 4-6 6-3, per due ore e tre quarti di tennis assolutamente godibile, ricco di spunti e punti giocati a tutto campo. Un primo set cominciato con uno scambio indolore di break, poi l’allungo di Evans al quinto gioco affacciandosi spesso a rete, anche se il punto decisivo risulta uno smash sbagliato di Grisha, che poco dopo si fa perdonare agguantando il 4 pari con un delizioso passantino di rovescio. Manca un po’ di continuità il trentenne di Birmingham, ma è lui quello più intraprendente e al tie-break piazza presto due gran risposte per uno strappo che non può essere più ricucito dal tardivo rovescione lungolinea bulgaro.





Il Maestro del 2017 si fa pregare per esibire il tennis offensivo di cui è capace, ma quando lo fa, magari perché sta rischiando lo 0-2, è spesso ineccepibile. Con una buona dose di complicità inglese, è allora lui a prendere la testa del parziale, mantenendola senza correre rischi fino al 6-4. Nella partita finale, invece, parte meglio “Evo”, mentre Grigor, che ci ha messo del suo con un doppio fallo inopportuno, deve anche salvare tre palle dello 0-4. Non riuscirà però a rientrare, nonostante Evans metta in campo una prima su due.





Un avversario scomodo per Sonego, con un dritto da cui escono vincenti, uno slice basso e preciso che può diventare un’accelerazione “coperta” e ottime volée grazie alle quali si presenta a rete sicuro anche in controtempo quando l’altro è in recupero. Recupero che le volte successive sarà meno tranquillo. Se entrambi mantengono il livello di questi giorni, sabato (non prima delle 15) ci sarà da divertirsi.



Argomenti simili:ATP Vienna 2020featuredlorenzo sonegoNovak Djokovic
michele.voltarel
Grazie per l'informazione Ancy ?è mancata solo la ciliegina finale per Lorenzo, speriamo abbia altre occasioni in futuro
Ancy7
Partita perfetta di Sonego, nulla da dire. Voto 11. 68 minuti dove lo ha strapazzato tennisticamente. Quello che mi è piaciuto di più è stato l’atteggiamento mentale, il “non mi importa contro chi gioco, faccio la mia partita”.

PS. L’ultimo italiano a battere un N.1 fu Fognini a Roma contro Murray
more_vert
RG 2020 La miglior finale possibile attualmente per soddisfare tutti i palati...apoteosi di spettacolo. Rafael qui è un cannibale, si sente come a casa e soprattutto non ha mai perso una finale con nessuno ; l'avanzare degli anni per ora non ha intaccato la sua forza ? ed arriva qui sicuramente più fresco del suo avversario.

Altri hanno già menzionato il percorso post Covid di Novak, tante partite ma zero sconfitte sul campo, inoltre non mi ha convinto contro Tsitsi: un killer come lui DOVEVA chiuderla in 3 set massimo 4.

Eppure sento di propendere a favore di Djokovic: quale coronamento migliore di una carriera tennistica se non battere in finale Nadal al Roland Garros?!

Quale migliore opportunità per convincere definitivamente appassionati e critica che LUI è il più forte e concreto (anche se non bello da vedere per gli esteti) tennista di sempre?!

Un'occasione forse irripetibile qui a Parigi, quasi un'utopia!

Una vittoria in Finale qui con Nadal, un risultato che Re ♔ Roger ha tanto inseguito e, mi scappa una lacrimuccia ?, mai conseguito.
more_vert
ATTENZIONE ⛔⛔⛔

UN FALSO ANCY7, LO RICONOSCETE DA @JUST ME ONCE SUL SUO PROFILO E ZERO FOLLOWER, SI STA SPACCIANDO PER LUI, AL FINE DI INSULTARE E PRENDERE IN GIRO.

VI INVITO TUTTI AMICI TENNISTI A SEGNALARLO AFFINCHÉ SIA ESTROMESSO DA TENNIS TEMPLE. Grazie.
Ancy7
Pure copiato, vabé, siamo all’assurdo proprio. Grazie per la segnalazione. Vedo se riesco pur io a bloccarlo
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Inizio di Roland Garros semplicemente divino, avanti così senza indugi,quasi tutti i nostri connazionali ??hanno vinto ...penso che finalmente, dopo decenni di buio, possiamo vantare una compagine maschile di tutto rispetto, con giovani talentuosi e FORTI (non come i vari Quinzi ecc) come Berre, Sinner e Muso accanto a veterani ancora carichi come Fogna. Senza scordare le seconde linee di sfondamento come Sonego, Travaglia e Ceck (mi auguro un ritorno definitivo ad alti livelli sul rosso).

Il futuro è roseo per l'Italia, inutile negarlo, ovviamente meglio essere prudenti finché i grandi obiettivi non saranno conseguiti.

Mi spingo per ora ad essere mooolto ottimista per la Coppa Davis ?,sarebbe davvero ora di bissare il successo del '76, anche se la formula è stata modificata, e pure per la ATP Cup.

Il cielo è azzurro sopra il Tennis ?
Ancy7
Stiamo vedendo la fioritura del nostro movimento. Sempre rimanere coi piedi per terra.
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Giuseppe Pastore

@gippu1



Prima vittoria contro un vincitore Slam:

NADAL - 16 anni e 10 mesi - 2° turno MonteCarlo (aprile 2003) vs A. Costa

FEDERER - 17 anni e 6 mesi - 1° turno Marsiglia (febbraio 1999) vs Moya

DJOKOVIC - 19 anni e 2 mesi - 1° turno Umago (luglio 2006) vs Moya

MUSETTI - 18 anni e 6 mesi (ndr ieri sera!!! ???
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Giuseppe Pastore SKY

@gippu1

·



Lorenzo #Musetti batte il tre volte campione Slam Wawrinka e mette il punto esclamativo al record: per la prima volta nell'era Open (dal 1969 a oggi) l'Italia porta otto giocatori al 2° turno di #Roma (Berrettini, Caruso, Cecchinato, Fognini, Musetti, Sinner, Sonego e Travaglia)!
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SPORTMEDIASET TENNIS

IL RITRATTO

Sinner, il nuovo fenomeno del tennis rubato allo sci

Alla sua età solo Nadal, Federer e Djokovic avevano una classifica migliore

diANDREA GHISLANDI18 ott 2019

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Una tenuta mentale da paura, un rovescio bimane che ricorda quello di Andy Murray e le idee molto chiare: "Tra cinque anni mi vedo molto in alto" disse in un'intervista di qualche mese fa. L'Italia del tennis può dormire sonni tranquilli pensando alla crescita inarrestabile di Jannik Sinner, passato dalla posizione 551 di inizio stagione alla Top 100 dopo la vittoria con Tiafoe. "Jannik è in competizione con la vittoria, mai con la sconfitta. Quando perde gli interessa solo capire se aveva il livello di gioco necessario per quella partita". Parole di Max Sartori, coach di Andreas Seppi, l'uomo che a 14 anni ha portato il giovane Jannik a Bordighera sotto l'ala protettrice del maestro Riccardo Piatti e del coach Andrea Volpini. E' stato Sartori a convincere papà Hans Peter e mamma Siglinde, gestori di un rifugio della Val Fiscalina, luogo dove d'inverno si arriva solo con gli sci. Attrezzi che il ragazzo, da buon altoatesino, incominciò a inforcare a quattro anni, e a sette anni era già campione italiano di slalom gigante per la sua età. Per fortuna del mondo del tennis, la discesa tra i pali larghi non lo soddisfaceva: "Uno sport in cui la prestazione dura meno di due minuti non mi entusiasma" le sue parole.



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A differenza di altri giovani, e in altre epoche, Sinner è partito dal bassissimo: ha fatto la gavetta nei Futures, senza la fretta di dover uscire e senza rischiare contraccolpi psicologici. Con qualche anno di anticipo, lo stesso percorso compiuto da Matteo Berrettini, a oggi il numero uno del tennis italiano. Oltre alla testa, però, c'è anche un enorme talento: a Bordighera gran parte del lavoro riguarda la parte fisica (attualmente è alto 191 cm per 75 kg di peso) e si lavora per migliorare il dritto, ma soprattutto il servizio, ancora meno incisivo rispetto agli altri colpi. Mai una parola fuori posto, l'azzurro si rilassa guardando le serie Tv e appena può si rifugia nella tranquillità dell'Alta Val Pusteria.



Dopo essere diventato l'italiano più giovane a vincere un match in un Masters 1000 (contro l'americano Steve Johnson), Sinner è anche il più giovane a centrare una semifinale (primato strappato a Diego Nargiso), ma soprattutto si conferma il 2001 più forte al mondo. Alla stessa età solo Nadal (numero 49), Federer (numero 66) e Djokovic (numero 96) erano meglio piazzati nel ranking dell'azzurro. I dominatori degli ultimi 15 anni, i famigerati Fab Three, i tre fenomeni che stanno riscrivendo la storia del tennis e che insieme vantano la mostruosa cifra di 55 titoli Slam. Insieme a Berrettini, se non gli verranno le vertigini, il tennis italiano può guardare con grande ottimismo al futuro...
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Ragazzi, occorre insegnare la geografia ai Professori di Tennis Temple, per esempio inserire correttamente il nome di Palermo nel tabellone del WTA nostrano anziché Basilea... ma sono impazziti?! Chiaro sintomo di sciovinismo ed ignoranza, bravi, continuate sempre così, fatevi riconoscere !!! ????
diego.casu06
Grande Michele
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A differenza delle 2 finali 2014 e (di più) 2015, che il nostro Roger ha perso più nettamente, mostrandosi incapace di trovare contromisure ad un Nole straripante, stavolta l'incontro è stato di un livello eccezionale e di un'intensità irripetibili.

La fluidità, l'eleganza e la classe di Roger sono sublimate in uno stato di apoteosi tennistica, al culmine della loro avvenenza.

Probabilmente (ma ovviamente spero di sbagliarmi) il gioco di Roger non sarà mai più bello ed appassionante di come lo è stato ieri.

La classica frase che si esprime ad una ragazza nel pieno della sua bellezza.

Che poi Roger abbia perso, ormai conta davvero poco...
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Fonte: IL GIORNO web del 09/07/19



Nadal troppo forte per l’Autodromo: il sogno della Wimbledon brianzola si allontana...Dovrebbe essere Maiorca, città natale del campione Rafa Nadal, a ospitare il torneo di tennis Atp 250



https://www.mbnews.it/wp-content/uploads/2019/06/foto-2-Autodromo.jpg



Monza, 9 luglio 2019 - Match a Maiorca. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma sarebbe la città spagnola - casa di Rafa Nadal - ad essersi aggiudicata il torneo Atp 250 per il triennio 2020-2022. Il condizionale è d’obbligo perché, per il momento, l’amministratore delegato dell’Associazione dei tennisti professionisti, Chris Kermode, ha semplicemente communicato che «la decisione è stata presa ma per l’annuncio ufficiale mancano ancora le firme».



Anche per questo Monza ci spera ancora. Al di là dei “palleggi” di voci che si rincorrono sui campi, a cominciare da quello di Wimbledon. Il tempio del tennis sull’erba. E proprio sull’erba si è giocata la partita della candidatura di Monza e di Maiorca a prendere il posto del torneo di Antalya. Con il dossier-Monza ricco di novità, suggestione e pure soldi. Perché nelle ultime settimane gli organizzatori di Monza Open 2020 avevano alzato l’asticella, portando il montepremi a un milione di euro più un’automobile. Uno dei montepremi più ricchi al mondo per un torneo Atp.



Stando però a quanto si chiacchiera negli ambienti (alti) del tennis, potrebbe non essere bastata nemmeno l’inedita location scelta da Giorgio Tarantola, direttore designato dell’ipotetico Atp 250, e la società romana Mito Group: l’autodromo della Formula Uno. Un evento - che diventrebbe il secondo torneo più importante in Italia dopo il Master 1000 di Roma - per il quale è già stata trovata la copertura finanziaria di oltre 7 milioni e mezzo di euro, grazie a sponsor nazionali e internazionali.



La piccola Wimbledon monzese è stata progettata nei minimi dettagli, anche grazie alla consulenza tecnica dell’australiano Shayne Reid, guru del settore che ha contribuito a realizzare diversi campi in erba per i match di Coppa Davis e ha lavorato a Wimbledon accanto ai “giardinieri del tennis” più famosi al mondo. Monza avrebbe 6 campi in erba all’interno del circuito che verrebbero allestiti e smontati a ogni edizione: 5 nell’area paddock, con 3 campi di allenamento e 2 di gara ognuno con 2.500 posti a sedere.



Il campo centrale, invece, sarebbe realizzato sul rettilineo di partenza: per i 5mila posti a sedere previsti da regolamento, verrebbero sfruttate le tribune esistenti dell’autodromo e poi sarebbero montate altre due tribune nei due lati corti del campo per creare un “catino del tennis”. Ma tutto questo faraonico quanto ambizioso progetto rischia di rimanere nel cassetto. Il borsino vede salire le quotazioni di Maiorca, spinta presumibilmente dal campione di casa Nadal. Il verdetto è già scritto. Lo si attendeva per il 30 giugno, al termine dell’ultimo Consiglio generale di Atp, ma le firme ancora mancanti stanno allungando i tempi.



© Riproduzione riservata
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Fonte: Il Mattino

Laver Cup, Fognini in squadra con Nadal e Federer con il Team Europa

https://sport.ilmattino.it/photos/PANORAMA/75/01/4557501_1622_ffffff.jpg.pagespeed.ce.QRlRmWA9et.jpg

Al via la terza edizione della Laver Cup, l'evento lanciato nel 2017 che riprende il format della Ryder Cup di golf (in questo caso una squadra di tennisti europei si misura con il Resto del Mondo: sei giocatori per team), in programma al PalaExpo di Ginevra, in Svizzera, dal 20 al 22 settembre prossimi. Fabio Fognini, fresco di ingresso per la prima volta nella top ten del ranking Atp, difenderà, al fianco di Rafa Nadal e Roger Federer, i colori del Team Europa.
giorgioguastini79
Ciao sono nuovo.volevo sapere come funziona:basta commentare ,esprimere commenti sulle prestazioni sulle partite?
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Fonte : UBITENNIS



https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2019/02/18/Atp-Finals-1300.jpg



https://www.ubitennis.com/wp-content/uploads/2019/02/torino-finals-2021-e1551269644759.jpg



Torino che colpo: è Masters (Piccioni). Gioia Binaghi: “Premiata la nostra credibilità” (Crivelli). Gran Torino (Semeraro). Il tesoro del tennis (Ricca). Nadal: “Torino perfetta capitale del tennis” (Seme). Quella sfida immaginata a tavola con Kramer (Clerici)





Torino che colpo: è Masters (Valerio Piccioni, Gazzetta dello Sport)



Tanto tuonò che usci il sole. L’assegnazione delle ATP Finals a Torino ribalta il proverbio: praticamente affondata, tenuta in piedi quasi per miracolo, salvata dal famoso decreto governativo arrivato in extremis, la candidatura italiana scavalca Tokyo, Singapore, Manchester e l’uscente Londra. Tagliando il traguardo dopo un’interminabile volata fra rinvii della decisione ed estenuanti richieste di supplementi di documentazione. I condizionali scompaiono solo quando sui profili social dell’ATP vengono finalmente riempiti i puntini di sospensione dopo il the host city for the ATP finals is che da martedì sera annunciavano l’imminente decisione. Dunque Torino. Con i suoi 14.700 posti del Pala Alpitour, vicino di casa dello Stadio Olimpico Grande Torino. Ospiterà gli otto migliori giocatori del mondo (e gli otto migliori doppi) dal 2021 al 2025, con un montepremi di 14.5 milioni di dollari, ben cinque e mezzo in più rispetto all’ultima edizione di Londra. Sarebbe bello se ci fosse ancora, al termine di un’immensa carriera, Roger Federer. Intanto Novak Djokovic, numero uno mondiale e presidente del consiglio dei giocatori, si dice felice. Ha già prenotato il soggiorno: «Spero proprio di far parte di questo evento speciale». Non è un mistero che i giocatori tifassero per una soluzione europea per evitare la stressante trasferta asiatica di fine stagione. La Torino delle Finals consacrerà la nuova ondata di talenti del tennis, da Alexander Zverev (che ha vinto le ultime Finals) a Stefanos Tsitsipas. E la recente vittoria di Montecarlo, il Fognini «ammazza Nadal», ci fa pure sognare il ritorno di un italiano fra i magnifici otto. Manchiamo dalla stagione 1978 (ma il torneo si disputò nel gennaio 1979), quando a New York c’era anche Corrado Barazzutti. Adriano Panatta, invece, giocò a Stoccolma nel 1975, pochi mesi prima di prendersi Roma, Parigi e Coppa Davis. Anche il presidente della Fit Angelo Binaghi, che ha firmato lo short agreement con l’ATP, sottolinea: «La palla passa al nostro settore tecnico, che entro 3-4 anni deve fare la sua parte per portare un italiano a giocarsi il titolo di campione del mondo». Per Corrado Barazzutti «Fognini può farcela, l’anno scorso ci è andato vicino». E Nicola Pietrangeli si chiede: «Fognini alle Finals, perché no? Ha 2-3 anni per giocare a questo livello». Dunque, abbiamo già un altro obiettivo. Ma ce n’è un altro. Il tennis italiano, lo sport, il Paese, dovranno riempire questo investimento di contenuti, non limitarsi a far festa intorno ai campioni che verranno a trovarci dal 14 al 21 novembre 2021, e poi nello stesso periodo fino al 2025. Torino deve costruire intorno alle Finals qualcosa di davvero di speciale. Con il Pala Alpitour andrà coinvolta davvero tutta la città. Non c’è bisogno di dirlo: 78 milioni di euro, l’investimento assicurato dal Governo, è una bella cifra. Il budget complessivo arriva a quota 250 e andrà coperto con biglietti, sponsor e marketing. Le proiezioni citate dalla sindaca Chiara Appendino sono rassicuranti. Ma per centrare questa impresa ci vorrà davvero il tanto nominato «spirito di squadra» che ha dato l’ossigeno alla clamorosa remuntada. E poi il paragone con la Londra dei 250.000 spettatori l’anno, ci costringerà ad alzare parecchio l’asticella: il sito della BBC ieri ha scritto che Torino «avrà un compito molto difficile». Bisogna farsi trovare pronti. E la politica? I 5 Stelle esultano. Da Beppe Grillo al presidente della Camera Roberto Fico passando per il sottosegretario Simone Valente. Che con il suo «a differenza di altri ci abbiamo creduto fortemente» rivendica il punto rispetto all’iniziale freddezza della Lega, che al Decreto che ha stanziato le risorse (firmato peraltro proprio dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti) avrebbe preferito il passaggio parlamentare. L’ex ministro dello sport Luca Lotti, rallegrandosi per il successo, chiede invece polemicamente ai 5 Stelle il perché del differente trattamento di fronte ai soldi per la Ryder Cup («Avevano chiesto le mie dimissioni») rispetto a quelli per le Finals […]





Gioia Binaghi: “Premiata la nostra credibilità” (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)



Ci sono volute la tigna sarda e la visione imprenditoriale delle radici brianzole, ma alla fine Angelo Binaghi ha portato a casa un risultato storico. Presidente, ha fatto filotto: Internazionali, Next Gen Finals e adesso il Masters. «Il merito è innanzitutto del Consiglio Federale, che di fronte a un’impresa che sembrava folle ha avuto il coraggio di rischiare, perché ha pensato al futuro del tennis e non alla parrocchia. Dopodiché non ho alcun timore a dire che senza la nascita di Sport e Salute il sogno non si sarebbe realizzato: è una rivoluzione copernicana per lo sport italiano». Le Atp Finals per una volta hanno unito anziché dividere. «È stata la forza della candidatura. Governo, Comune, Regione e ovviamente Fit hanno sempre operato in concordia. E mi lasci ringraziare in particolare la sindaca Appendino, che è stata determinante: io ho vinto due titoli italiani in doppio misto, se avessi avuto una partner come lei sarebbero stati dieci». Mai avuto paura di non farcela? «Eravamo fuori. Morti. A Indian Wells, il presidente dell’Atp Chris Kermode aveva annunciato a tutti che la scelta era caduta su Tokyo. In quei minuti, però, è arrivata la conferma dell’appoggio del Governo con il famoso decreto del presidente del Consiglio che garantiva le coperture. Kermode ha sospeso la riunione e l’ha aggiornata a due settimane dopo per darci la possibilità di rientrare». Non c’è dubbio però che, senza la credibilità della Fit, l’Atp non avrebbe concesso proroghe. «Evidentemente, con gli Internazionali prima e le Next Gen Finals poi, abbiamo dimostrato di essere un interlocutore affidabile. Non a caso Tokyo e Singapore offrivano di più, ma l’Atp ha scelto di dare a noi il suo torneo più importante». Come si immagina i prossimi passi? «Intanto dovremo coinvolgere gli imprenditori, che in questa fase così complicata abbiamo tenuto un po’ in disparte. E veicolare il messaggio che le Finals saranno un motore economico per la città, la Regione e tutto il Paese» […] L’assegnazione delle Finals arriva nella settimana in cui un italiano, Fognini, vince per la prima volta un Masters 1000. «E un ragazzo torinese, cioè della città del Masters (Sonego, ndr), arriva nei quarti, che è un risultato in prospettiva ancora più importante. Diciamo che ci stiamo mettendo nelle condizioni non solo di ospitare le Finals, ma anche di produrre giocatori che possano vincerle. Per adesso è un ambizione, ci siamo appena messi in cammino. Ma la fiducia è doppia».





Gran Torino (Stefano Semeraro, Stampa)



Come un romanzo, meglio di un romanzo. Un best seller a lieto fine, in primo piano una città, sullo sfondo la storia del tennis. La vicenda della candidatura di Torino per le Atp Finals è stata piena di colpi di scena, di imprevisti, di snodi e contrattempi. Fino allo scioglimento di ieri, quando dopo mesi di suspence è arrivato l’annuncio ufficiale. A novembre, quando si è incominciato a parlarne concretamente alle Next Gen Finals di Milano, più che una sfida pareva un azzardo. Si favoleggiava di concorrenti illustrissime e straricche – Abu Dhabi, San Pietroburgo, Berlino, tutte evaporate al momento di aprire i forzieri… -, con Torino nel ruolo di Cenerentola: bella, ma squattrinata. La svolta iniziale è arrivata con il primo sopralluogo dei dirigenti Atp, il 10 dicembre: Ross Hutchins, braccio destro del presidente Chris Kermode, è rimasto colpito dall’offerta made in Italy. «Torino non è conosciuta come Roma, Firenze o Milano, non credevano di trovarci davanti una città così affascinante» spiega Giorgio Di Palermo, ex membro del board Atp e oggi dirigente Fit. «E neppure impianti così funzionali, per giunta in centro, non in periferia». Diego Nepi, responsabile di Coni Servizi, e Sergio Palmieri, direttore degli Internazionali d’Italia, erano già volati a Londra durante la settimana Masters per accompagnare la sindaca Chiara Appendino, tennista praticante, che con un dossier impeccabile (e un ottimo inglese) aveva impressionato la “giuria” dell’Atp. Il resto lo avevano fatto la Mole, il Museo Egizio, il pranzo alla Nuvola Lavazza, la visita alla futura cittadella del tennis con gli spazi ampi e accoglienti del Pala Alpitour e del Circolo della Stampa Sporting. L’Europa, a un passo dai campi di tennis. La Grande Bellezza italiana. Sbaragliata la concorrenza. Il primo obiettivo, il faro della prima fase, la short-list di cinque candidate reali – oltre a Torino c’erano Londra, Manchester, Tokyo e Singapore – è stato centrato, e lì è arrivato il primo sospiro di sollievo. Mancava però la grana, il nocciolo della questione. La “darkest hour”, l’ora più buia della candidatura Torino l’ha vissuta quando le garanzie economiche del governo sembravano mancare, nel braccio di ferro politico tra Lega e Cinque Stelle. A farla ripartire, quando ormai le speranze erano ridotte al minimo, ci ha pensato la spinta arrivata dall’incontro di febbraio tra gli organizzatori, Chiara Appendino e le imprese torinesi. La grinta della sindaca, rinforzata dal sostegno fondamentale degli esponenti 5 Stelle Laura Castelli e Simone Valente e da quello del territorio, ha tenuto accesa la fiammella in giorni di frenetiche riunioni e discussioni. A sbloccare definitivamente la situazione ci ha pensato il sospirato nullaosta del governo, la garanzia dei famosi 78 milioni richiesta dell’Atp. Qualcuno ha detto che la concorrente più difficile per Torino non è stata né Londra né Tokyo, ma l’Italia, e forse c’è un pezzo di verità, anche se stavolta la voglia di organizzare qualcosa di importante è stata più forte delle divisioni […] Ieri la parola fine al romanzo. E il primo capitolo di una nuova storia. La più bella del nostro tennis.





Appendino: “Una ricaduta economica da 500 milioni” (v.p., Gazzetta dello Sport)



L’esultanza di Chiara Appendino fa il giro del web. Alle 11 di mattina arriva il tanto atteso scoppio di gioia. Sindaca, ha esultato così anche quando fu eletta? «No. Perché qui non c’è stato il momento di fermarsi nemmeno un attimo. Fino al conto alla rovescia, una vera liberazione dopo giorni in cui si alternavano le voci, quasi un viaggio sulle montagne russe». E pensare che a un certo punto della storia sembrava tutto finito, chiuso, perso. La candidatura si era impantanata in un vicolo cieco perché mancavano i soldi. «È stato il momento più difficile, quello in cui si dovevano concretizzare le garanzie governative. E forse in quel momento l’intervento del vicepremier Di Maio a Torino fu sottovalutato. E invece, remando tutti nella stessa direzione — Governo, Regione, Federtennis, Coni, l’Istituto per il Credito Sportivo, imprese — abbiamo ottenuto il risultato». Dopo Londra, Torino. Le Atp Finals vengono da successi clamorosi, sarà una bella montagna da scalare con un passato così prestigioso alle spalle. «Ne siamo coscienti, sarà una sfida che richiederà un grandissimo impegno. Ma siamo pronti. Non mi riferisco solo alla grande affidabilità del know how sportivo con i nostri partner Fit e Coni, che naturalmente ringraziamo, e alle infrastrutture, con il Pala Alpitour. È tutta la città che vuole essere e sarà protagonista». Lo Stato spenderà parecchi soldi. C’è un partito degli scettici che è pronto a dire: si tratta solo di una sfilata di campioni, ne vale veramente la pena? «Certamente sì. Intanto la ricaduta economica, che è stata stimata per i 5 anni in circa 500 milioni di euro. Ma le Finals incroceranno e aiuteranno diversi momenti di sviluppo della città. Penso al Progetto City Lab e all’innovazione, all’ambiente e alle sfide per la sostenibilità, e a tutto l’indotto che un evento del genere produrrà solo per il Torino, ma per il Paese». Da ex giocatrice che effetto le faranno le Finals sotto casa? «Non avrei mai immaginato di poter vivere una cosa del genere. Così speciale, da italiana e da appassionata. Consideri che ho conosciuto il mio futuro marito su un campo da tennis. Per me un significato in più» […] Ma lei alle Finals per chi tiferà? «Il mio idolo era Edberg. Quando giocavo, Federer: se non ci sarà da giocatore, speriamo di ospitarlo con la moglie e i suoi quattro figli. Ci saranno, spero, Nadal e Djokovic, campioni straordinari». E Fognini? «Magari! E prima o poi, anche Sonego, che è torinese…».





Il tesoro del tennis (Jacopo Ricca, Repubblica)



«Meglio di un’Olimpiade». A Torino, che di Giochi a 5 cerchi se ne intende avendo ospitato quelli invernali dei 2006, è questo uno dei commenti più pacati con cui si celebra l’assegnazione delle Atp Finals alla città dal 2021, arrivata ieri dopo un lungo tira e molla tra il board dei tennisti e il governo […] L’annuncio, ufficializzato con un video sulla pagina Facebook di Atp, vale più di mezzo miliardo di euro: tanto è stato stimato il ritorno economico per Torino e il Piemonte, spalmato su 5 anni. Il dossier di candidatura prevede 250mila visitatori per ogni edizione: almeno la metà degli spettatori arriverà da fuori città e la maggior parte da altri Paesi. Torino che, tra polemiche interne al Movimento 5 Stelle e campanilismi contro Milano, aveva rifiutato l’ipotesi di una candidatura a tre, insieme anche a Cortina, per le Olimpiadi invernali del 2026, ha alla fine ottenuto un evento quinquennale che garantisce adeguata visibilità mondiale. Per i Giochi il ritorno era stato calcolato attorno al miliardo di euro, ma gli investimenti necessari erano almeno pari. Con le Atp Finals invece si sfrutterà l’eredità olimpica del 2006, il Pala Alpitour che sarà la sede dei match è stato costruito proprio per i Giochi e sarà riconvertito, insieme alla vicina Piscina Monumentale, per creare una “cittadella del tennis”. La struttura attualmente può ospitare poco più di 14mila spettatori, mentre l’Atp punta a superare i 15mila come già succede all’02 Arena di Londra. Le trasformazioni necessarie e l’organizzazione dell’evento avranno un costo di circa 250 milioni di euro, coperto in parte dagli investimenti della Città, della Regione e del mondo produttivo piemontese, ma il grosso sarà fatto dagli sponsor. Da Fca a IntesaSanPaolo, passando per Rolex e Lavazza, impresa torinese che però già oggi sostiene tornei importanti come il Roland Garros, sono tantissime le aziende interessate alle Atp Finals di Torino. Senza contare Bnl e il Credito Sportivo che hanno giocato un ruolo fondamentale nel deposito della fideiussione da 78 milioni di euro con la quale il governo si è impegnato a coprire il montepremi che ogni anno è assicurato ai giocatori. Nel 2021 l’importo sarà di 13 milioni di euro, da suddividere tra singolare e doppio. A gestire l’evento, aspetto tra i più importanti per convincere il board di Atp, ci saranno la Federtennis, che con il presidente Binaghi ha fatto di tutto per ottenere le proroghe in attesa che dal governo arrivasse quell’impegno finanziario richiesto dall’associazione dei tennisti professionisti, e la Sport e Salute, la società che ha sostituito la Coni Servizi e che rappresenta il braccio operativo e commerciale del comitato olimpico. Non è stato però il dato finanziario quello che ha fatto pendere l’ago della bilancio per Torino. I delegati di Atp, arrivati in città sul finire del 2018 e accompagnati da Appendino e dalla leggenda del tennis italiano, Nicola Pietrangeli, hanno capito subito che la scelta di Torino, oltre a soddisfare le richieste dei giocatori, contrari a lasciare l’Europa per l’ultimo torneo della stagione, avrebbe permesso di iniziare a costruire quella “città del tennis e dell’Atp” che Londra non è stata […]





Nadal: “Torino perfetta capitale del tennis” (Seme, Stampa)



Rafa Nadal, a lungo numero 1 del mondo, il Signore indiscusso della terra, è molto soddisfatto della scelta fatta dall’Atp. Del resto la sua amicizia con l’Italia data da molti anni: a Barletta nel 2003, vinse il suo primo Challenger, il gradino d’ingresso nel circuito pro. E a Roma, inutile ricordarlo, è il campione uscente con ben otto titoli in bacheca. Rafa, la scelta di Torino è quella giusta? «Sì, credo che sia la scelta giusta, per vari motivi. Perché l’Italia ha una grande tradizione tennistica, ottimi giocatori anche giovani e che quindi potranno essere forse protagonisti del torneo negli anni che vanno dal 2021 al 2025. E perché Torino è una grande città ed è in Europa, al centro dell’Europa, quindi si inserisce benissimo nel calendario di fine anno di noi giocatori». Ha vinto il suo primo Challenger a Barletta e trionfato tante volte a Roma: cosa ama più dell’Italia? «Be’, tante cose. Ho sempre detto che Italia e Spagna sono le nazioni più simili, quasi gemelle, e in Italia sono sempre stato accolto benissimo. Sicuramente amo il tifo degli appassionati italiani, che sono calorosissimi e danno l’atmosfera giusta ad un incontro. Poi, ovviamente, amo la gastronomia, il cibo italiano. Ogni volta che sono in Italia non perdo l’occasione di gustare cose nuove, e se sarò a Torino non farò eccezioni». Da fuoriclasse che ha giocato tante volte il Masters, con una lunghissima esperienza, può dare un consiglio agli organizzatori? «No, non tocca a me dare consigli. Se parliamo di Masters è la città che organizza, è vero, ma dietro c’è comunque la Federtennis italiana, che da tanto tempo organizza un grande evento come quello del Foro Italico romano e quindi sa benissimo cosa fare. Non ho dubbi che sarà un successo. Quindi niente consigli, ma appoggio all’organizzazione» […] Una promessa ai suoi tanti fan che sperano di vederla in campo a Torino? «Il 2021 è ancora molto lontano, quindi non posso dire niente: non ho la palla di cristallo, non leggo il futuro. Di sicuro però gli appassionati italiani mi potranno vedere in campo fra pochissimo a Roma. Gli Internazionali d’Italia iniziano il 12 maggio, non vedo l’ora di essere lì e spero di essere nella migliore condizione». Cristiano Ronaldo gioca a Torino: andrà a vederlo giocare in tribuna allo stadio? E spera che lui venga a vedere lei? «Come tutti sanno io sono un grande appassionato di sport, non solo di tennis. La mia squadra è il Real Madrid, dove ha giocato tanti anni Cristiano, e se nel 2021 sarà ancora alla Juventus sicuramente andrò a vederlo, ma mi piacerebbe anche andare a guardare il Toro… E soprattutto spero che la gente del calcio venga al PalaAlpitour per vedere il tennis».





Quella sfida immaginata a tavola con Kramer (Gianni Clerici, Repubblica)



Sembra impossibile, e giuro che non faccio per vantarmi, ma d’improvviso è accaduto qualcosa di storico del quale fa parte un mio suggerimento. Leggerete che d’improvviso è successo che il Masters di tennis si giocherà a Torino, dopo dieci anni passati a Londra. Negli anni Sessanta io sedevo a Roma, a cena insieme a Jack Kramer, ex n.1 del mondo, e a Carlo Levi della Vida, il miglior organizzatore di tennis italiano, figlio di uno dei 12 professori che avevano rifiutato di giurare fedeltà al fascismo, che per questo aveva dovuto espatriare negli Stati Uniti. Jack Kramer non soltanto era stato in cima alla classifica, ma riteneva che il dilettantismo dei suoi colleghi non fosse equo. Allora scrivevo per il Giorno, e il direttore, Italo Pietra, mi aveva destinato anche allo sci, sapendomi ex alpino sciatore. Ero però intimo amico di Carlo Della Vida, sin dai tempi in cui era stato prima categoria, e amico di Jack Kramer, che avevo ammirato quale vincitore di Wimbledon, giocandoci addirittura in allenamento. Così, nell’ascoltare la conversazione in cui i due accennavano ad un torneo che imitasse un Grand Slam, mi scappò detto: «Ma perché non fate una finale tipo quella dello sci?». Mi avevano guardato, con un misto di sorpresa e di incredulità. Jack nemmeno sapeva della Finalissima dello sci, e Carlo ne aveva letto vagamente, senza approfondire. Fu così che iniziarono a pensarci, e addirittura Jack mi invitò per un viaggio a Tokyo, che Italo Pietra non mi permise di accettare. «Stai qui, e va’ a Garmisch» mi disse, «altro che il Giappone». Io non posso certo vantarmi, per un caso fortuito e fortunato, ma Stan Smith, che vinse il primo Masters della storia, divenuto mio presidente della Hall of Fame, lo ricordò nel discorso con il quale divenni socio di quella istituzione. Ora che il Masters raggiunge Torino, Jack, e forse Carlo della Vida, da una nuvola, mi sorridono.
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Fonte: UBITENNIS



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Binaghi annuncia che le Finals andranno su SuperTennis. Cinque tornei passano a SKY



L’annuncio arriva dal presidente FIT Binaghi alla presentazione ufficiale dell’evento torinese. In un’ottica di collaborazione, passano sul satellite cinque tornei trasmessi fino a oggi in chiaro.

L’annuncio è arrivato direttamente dal presidente Angelo Binaghi, nel corso della presentazione ufficiale di questa mattina a Palazzo Madama: sarà SuperTennis (resta da capire se in esclusiva) a trasmettere in Italia le ATP Finals di Torino dal 2021 al 2025. Un colpo importante piazzato dalla TV federale, che va a impreziosire il contratto firmato dalla federazione con l’ATP acquisendo i diritti domestici del Master di fine anno. SuperTennis è già titolare da due anni dei diritti delle Next Gen ATP Finals milanesi, mentre le Finals di Londra sono state negli ultimi anni (e lo saranno anche nel 2019) trasmesse da SKY.



Nell’ambito di una redistribuzione dei diritti televisivi in accordo tra le due emittenti, passano sul satellitare per l’anno in corso anche cinque tornei trasmessi fino all’anno scorso in chiaro. Si comincia proprio questa settimana da Monaco di Baviera (250) e si proseguirà con gli appuntamenti europei del Queen’s londinese (500), di Metz (250), Stoccolma (250) e Vienna (500). Restano nel pacchetto di SKY per l’anno in corso i Masters 1000 di Madrid e Roma insieme a Wimbledon, con il Roland Garros e lo US Open in programma su Eurosport.



L’INTERVENTO DI BINAGHI – Il presidente della FIT, sull’argomento, si è espresso in questi termini: “Da oggi per i prossimi sette anni i diritti ‘domestici’ della manifestazione saranno proprio di SuperTennis”. La logica interpretazione sembrerebbe essere che le ATP Finals andranno in chiaro sulla TV federale già da quest’anno, ma l’accordo tra SKY e ATP prevede la trasmissione sui canali satellitari anche delle ultime due edizioni della rassegna londinese, quelle del 2019 e del 2020, poiché nel 2017 è stato firmato un contratto quadriennale.



Nel corso del suo intervento, Binaghi ha mostrato una forte comunione d’intenti con la sindaca di Torino Chiara Appendino. “In questo momento c’è una grande città italiana che ha, forse l’unica nel nostro Paese, un impianto sportivo indoor all’altezza di ospitare un evento del genere. Bene, quella stessa città, Torino ovviamente, ha pure una sindaca che ha giocato a tennis, con un passato tennistico d’agonismo che le ha trasmesso tenacia e volontà. Siamo qui anche grazie a lei, perché tra le altre cose lei ci ha anche saputo risollevare due o tre volte, lungo questa ascesa, in momenti veramente difficili”.



Per la vittoria di Torino sono stati decisivi dunque gli enti locali, il governo – specie nella persona dei sottosegretari Giorgetti e Valenti – e anche l’istituto di Credito Sportivo. “Abbiamo scoperto che in Italia c’è una banca che ha come obiettivo primario quello di sostenere lo sport. Il Credito Sportivo ci ha dato una grande mano, ed è anche grazie al loro aiuto se oggi possiamo essere qua. Un altro elemento decisivo è che l’ATP preferiva giocare in Europa“.



In ultimo, il presidente si è avventurato anche nel ginepraio delle cifre: “È calcolato in 400-500 milioni l’impatto economico complessivo sul territorio, cifre che non tengono conto del fattore e dell’aspetto reputazionale. Inoltre è previsto un gettito fiscale di oltre 100 milioni di euro”.



APPENDINO, GIORGETTI E VALENTE – Dopo l’intervento di Binaghi è stata la volta degli esponenti politici. La sindaca di Torino Appendino ha esplicitamente parlato di ambiente e sostenibilità in relazione all’organizzazione dell’evento. “La tutela dell’ambiente avrà un ruolo di primo piano coerentemente con le politiche della città. Chiederemo una certificazione di sostenibilità che potrà essere da modello anche per altri. Poi, anche di innovazione: “Con ‘Torino City Lab’, cercheremo di unire le nuove tecnologie con le nuove esperienze. Nel 2021 quella delle Atp Finals sarà senza dubbio una nuova esperienza, tanto per chi andrà al Pala Alpitour, quanto per chi non potrà essere presente sul posto. Vogliamo che i match siano accessibili al maggior numero di persone, creando spettacolo e un evento che sia di tutti e per tutti, andando ben oltre il perimetro del palazzetto che lo ospita”.

Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, Lega Nord, ha confermato come “il governo, con ‘Sport e salute’ che è nata recentemente anche con questo tipo di finalità, sarà al fianco dell’organizzazione non solo per creare un importante evento sportivo, utile alla crescita del territorio, ma anche per rendere ancora più popolare e praticata questa splendida disciplina che è il tennis. Gli ha fatto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Simone Valente, di area leghista: “Far crescere sempre più lo sport, questo è il traguardo che il governo vuole raggiungere. Un modello che può abbinarsi senza problemi a quello dei grandi eventi. Per questo motivo confidiamo che anche dopo questa bellissima giornata tutto il Paese si muova ancora una volta nella stessa direzione”.
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Nadal: “L’Atp Finals a Torino è la scelta più giusta. In Italia si sta benissimo e magari vedrò CR7"



La felicità dello spagnolo otto volte re di Roma: «Città al centro dell’Europa, perfetta nel nostro calendario di fine anno»



Rafa Nadal, a lungo numero 1 del mondo, il Signore indiscusso della terra, è molto soddisfatto della scelta fatta dall’Atp. Del resto la sua amicizia con l’Italia data da molti anni: a Barletta nel 2003, vinse il suo primo Challenger, il gradino d’ingresso nel circuito pro. E a Roma, inutile ricordarlo, è il campione uscente con ben otto titoli in bacheca. Rafa, la scelta di Torino è quella giusta? «Sì, credo che sia la scelta giusta, per vari motivi. Soprattutto perché l’Italia ha una grande tradizione...
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Tennis, Fognini: ''Mi sono ritrovato dopo aver toccato il fondo''



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Il ligure racconta le sue emozioni dopo il trionfo a Montecarlo: ''Uscito da un periodo buio. Cerchi di fare al meglio il tuo lavoro, quando non lo fai bene è normale essere un po' incavolati"

ROMA - "Mi sono ritrovato dopo un periodo buio in cui ho toccato il fondo: ero negativo con me stesso, mi sopportavo poco". Fabio Fognini racconta a Sky le sue emozioni il giorno dopo la vittoria a Montecarlo, primo italiano a vincere un Masters 1000. "Facevo fatica nella lotta a ritrovarmi - ha detto a Sky il 31enne ligure, da oggi numero 12 del mondo -, poi è successo quel che è successo. Ora siamo qui a parlare di una vittoria inaspettata, dopo un primo turno rocambolesco (contro Rublev, ndr), il successo con il numero 2 al mondo e primo sulla terra battuta (Nadal, ndr) e una finale così, che nessuno si aspettava".

"Mi rende felice vincere, nel mio sport più vinci, più guadagni e più vai avanti in classifica - ha spiegato Fognini -. Cerchi di fare al meglio il tuo lavoro, quando non lo fai bene è normale essere un po' incavolati".

Vincere Montecarlo era un sogno: "Quando ero bambino, uno dei miei più grandi sogni era vincere questo torneo e finalmente ci sono riuscito. Sono una persona molto fortunata, posso dire di avere tutto nella mia vita, una moglie e un figlio, loro sono sempre con me e quindi non posso chiedere di più. A parte forse vincere un secondo Masters 1000...".

E' diventato numero 12 del mondo, terzo miglior azzurro di sempre (eguagliato il 12esimo posto di Paolo Bertolucci, davanti ci sono solo Corrado Barazzutti arrivato al numero 7 e Adriano Panatta, che è stato 4), la top ten non è così lontano: John Isner, numero 10 Atp, è al momento distante 245 punti, mentre l'undicesimo è Marin Cilic, sopra Fognini di appena 5 punti. "Mille punti tutti assieme non li ho mai presi in vita mia... Il bello è il brutto di questo sport è che da una settimana all'altra ti ritrovi dalle stelle alle stalle. Bisogna solo continuare, ovviamente ora sogno qualcos'altro. Questa è una cosa su cui posso mettere un asterisco e dire ok l'ho fatto, e adesso proverò a cercare di trovare nuovi stimoli - ha concluso l'azzurro - E magari fare qualcosa di davvero grande nei tornei che contano".



Fonte: https://www.repubblica.it/sport/tennis/2019/04/22/news/fognini_rinascita_montecarlo_masters_1000-224626970/
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FAVOLA SONEGO — Altra impresa di un eccezionale Lorenzo Sonego, che per la prima volta in carriera approda ai quarti di un Masters 1000, diventando il decimo italiano a riuscirci partendo dalle qualificazioni e il primo dopo Pistolesi nel 1988. L’ultimo qualificato a raggiungere i quarti dalle qualificazioni nel Principato era stato il portoghese Gil nel 2011. Il torinese, numero 96 del ranking mondiale, ha battuto 6-2 7-5, in un’ora e 24 minuti, il britannico Cameron Norrie, numero 56 Atp. L’azzurro, come al solito letale al servizio (88% di punti con la prima, 28 su 32, e 200 all’ora di media di velocità), vola subito sul 4-0, e concede solo una palla break in tutto il primo set. Anche nel secondo set Lorenzo sale 3-1, ma quando serve per chiudere sul 5-4 va in tensione e concede due palle break, finendo riagguantato sul 5-5. Ma la scarsa esperienza a questi livelli non gioca brutti scherzi solo all’azzurro: nel game successivo Norrie, con un paio di sciocchezze gratuite, concede di nuovo il break e stavolta Sonego, al servizio, non perdona. Venerdì nei quarti Sonego troverà Dusan Lajovic: il serbo ha battuto Dominic Thiem in due set, 6-3 6-3.
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Ottavi Montecarlo: super Fognini, k.o. Zverev. Pure Sonego ai quarti, Ceck out



Montecarlo si colora d’azzurro: il ligure batte 7-6 6-1 il numero 3 del mondo e vola ai quarti contro Coric. Il piemontese supera Norrie e troverà Lajovic. Il numero 1 italiano cede a Pella. Nadal senza problemi con Dimitrov, ok anche Djokovic

18 Aprile 2019 - MONTECARLO



Giornata di ottavi al Rolex Montecarlo Masters, terzo 1000 stagionale e il primo sulla terra rossa, dotato di un montepremi di 5.207.405 euro, con tre italiani in campo. Non accadeva dal 1978, quando però il torneo era a 32 giocatori e per raggiungere l’obiettivo bastava vincere una partita e non due. IMPRESA FOGNINI — L’impresa di giornata è firmata Fabio Fognini: il numero 18 del ranking mondiale, che nel Principato vanta una semifinale nel 2013, batte 7-6(6) 6-1, in un’ora e mezza di gioco, il tedesco Alexander Zverev, numero tre del ranking, semifinalista dodici mesi fa, per la prima vittoria in tre confronti diretti. Partita solidissima di Fabio, con un atteggiamento sempre propositivo, piedi ben piantati sulla riga di fondo e ricerca del punto senza aspettare le mosse del rivale. Il primo a concedere il break è Zverev con due doppi falli nel quinto gioco, ma Fognini con tre gratuiti gli restituisce il favore nel game successivo. A decidere il parziale è il tie break, che Fabio gioca meglio (splendido il rovescio lungolinea del 2-1). Sull’abbrivio, Fogna sale subito 3-0 (break nel secondo game con volée in rete del tedesco) e rimane in controllo della sfida, mentre Zverev, nervosissimo e incapace di trovare contromisure a un vento fastidioso, non ha mai un sussulto e non riesce a schiodarsi dai cartelloni di fondo campo, tenuto indietro da un Fognini in versione extralusso. E’ la quarta volta che due italiani raggiungono i quarti a Montecarlo nell’Era Open: Mulligan e Pietrangeli nel 1969 e due volte Panatta e Barazzutti (nel 1977 e nel 1978). Ora Fabio trova il croato Coric, che ha battuto 6-4 6-2 il francese Herbert.
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Https://www.ilsussidiario.net/news/calcio-e-altri-sport/2019/4/16/diretta-atp-montecarlo-2019-cecchinato-wawrinka-streaming-video-e-tv-tennis/1872041/

DIRETTA ATP MONTECARLO 2019/ Cecchinato rimonta Wawrinka e vola al terzo turno!

16.04.2019, agg. alle 19:58 - Claudio Franceschini

Diretta Atp Montecarlo: nelle partite del secondo turno al torneo Master 1000 sulla terra rossa un grande Lorenzo Sonego elimina Karen Khachanov, Cecchinato rimonta e fa fuori Wawrinka.

Novak Djokovic allungo Australian Open lapresse 2019

Diretta Atp Montecarlo 2019: esordio per Novak Djokovic nel torneo (Foto LaPresse)





Uno straordinario Marco Cecchinato vola al terzo turno del torneo Atp Montecarlo 2019: con il risultato di 0-6 7-5 6-3 il palermitano ribalta quanto si era visto in un terribile primo set, elimina il campione 2014 Stan Wawrinka e se la vedrà ora con Guido Pella, premiato in questo senso dalla sconfitta di Marin Cilic contro l’argentino. Un ottimo Cecchinato, che ha impiegato un po’ di tempo per carburare; la differenza l’ha fatta quel break centrato sul 4-5 nel secondo parziale, tecnicamente la partita era finita e invece l’azzurro l’ha rimessa in piedi, andando a dominare psicologicamente su un Wawrinka che, non appena gli è stata cancellata la possibilità di archiviare la pratica in poco tempo, ha accusato tutta la stanchezza fisica ed è crollato anche nel terzo set, subendo poi un break che alla fine gli è costato la partita. Dunque Cecchinato raggiunge Lorenzo Sonego al terzo turno: domani vedremo se l’impresa riuscirà anche a Fabio Fognini, porteremmo a questo livello del torneo Atp Montecarlo 2019 tre dei cinque italiani che hanno iniziato il Master 1000 e non sarebbe affatto un brutto risultato. (agg. di Claudio Franceschini)
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https://www.lastampa.it/2019/04/14/sport/atp-montecarlo-un-luned-che-parla-italiano-GLLoa5muYkiLmUQxU9qadL/pagina.html



Atp Montecarlo, un lunedì che parla italiano

[https://www.lastampa.it/rf/image_lowres/Pub/p4/2019/04/14/Sport/Foto/RitagliWeb/bd591230-5ee9-11e9-b8e0-4dedb7c00f9c_3863daf7c10f98ac6820c1de879d0527-1940-ktYE-U11202954728488DUB-1024x576%40LaStampa.it.jpg]

Sarà il lunedì degli italiani a Montecarlo: ce ne sono quattro in gara e uno sicuramente passerà al secondo turno, visto che in programma c’è il derby fra Andreas Seppi e Lorenzo Sonego che si è guadagnato un posto in tabellone senza neppure scendere in campo per il ritiro dell’argentino Trungelliti nell’ultimo turno di qualificazione. Gli altri sono Fabio Fognini, testa di serie numero 13, opposto in un match ‘a la carte’ al fiammeggiante russo Rublev (92 Atp), e Marco Cecchinato, testa di serie numero 11, a cui tocca il rognoso bosniaco Damir Dzmhur (53).



Di italiani in tabellone ce n’erano 5, ma Matteo Berrettini è già uscito al primo turno. Una buona partita - dopo una lunghissima, snervante attesa per la pioggia - ma niente da fare contro l’ex Maestro ed ex n.3 del mondo Grigor Dimitrov. «Le condizioni erano difficili - ha spiegato Matteo, al suo esordio nel Principato -. C’era vento e i teloni avevano portato via parecchia terra, sono contento di come ho giocato ma ho sbagliato troppo e non sono stato lucido nei momenti importanti». A 22 anni, tutta esperienza.



Per Fognini e Cecchinato, reduci da mesi tribolati e deludenti sul cemento, la terra è un’occasione di rilancio. Fabio quest’anno ha incassato complessivamente 8 sconfitte al primo turno; a Montecarlo ha vissuto il grande lampo della semifinale del 2013, quando lo fermò solo Djokovic, e la crisi di nervi dell’anno dopo contro Tsonga negli ottavi, contro il russo ha vinto 3 volte su 4. Il Ceck l’anno scorso nel Principato giocò le qualificazioni e poi superò proprio Dzumhur (che ha battuto 4 volte di fila) al primo turno prima di fermarsi contro Raonic, stavolta va in campo da outsider di lusso.



Fra Seppi e ‘Sonny’ Sonego è invece il primo confronto, in un testacoda fra l’esperienza dei 35 anni di Andreas e i 23 del torinese, bravissimo a vincere il primo match di qualificazioni contro Nishioka dopo il trasferimento da Marrakech (dove aveva raggiunto i quarti) e appena 4 ore di sonno: cuore Toro, come da fede calcistica. Niente da fare invece per Julian Ocleppo e per Thomas Fabbiano, out nelle qualificazioni.
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ATP Finals 2021: perché pensiamo che Torino possa vincere

I dettagli emergono alla spicciolata, le deadline continuamente spostate, ma ci sono diversi elementi di ottimismo. Li abbiamo raccolti in questo articolo



Pubblicato ‌ il 04/04/2019 ‌

By Pietro Scognamiglio

Ignorando una dopo l’altra scadenze semi-ufficiali e dribblando (per ora) gli incidenti di percorso, Torino e l’ATP continuano ad aspettarsi a vicenda per assegnare le Finals nel quinquennio 2021-2025. Un motivo ci sarà. La sensazione è che ci sia una promessa, tra le righe, agevolata dalla congiuntura: se le garanzie economiche della candidatura piemontese non hanno ancora raggiunto il livello di solidità richiesta, tutti gli altri parametri (impianti, posizione geografica, gradimento dei giocatori) sembrano muoversi a favore del progetto italiano. Con una premessa da tenere sempre a mente: se Torino è ancora in corsa, si deve all‘incapacità da parte delle concorrenti di affondare il colpo quando le vulnerabilità della proposta italiana erano evidenti. Era appena metà febbraio quando sembrava già archiviato tutto l’ottimismo emerso dopo i sopralluoghi sul territorio dei vertici ATP: alla prima scadenza, il dossier italiano era poco più di una scatola di pregevole fattura, ma vuota al suo interno. Ma è proprio in quel momento che la partita si è riaperta.





DAL SOGNO QUASI SFUMATO ALLA ‘POLE POSITION’ – Nel momento in cui avrebbero potuto sbattere sul tavolo il peso dei loro argomenti, Londra, Manchester, Singapore e Tokyo non l’hanno fatto. Probabilmente non avrebbero chiuso i giochi in maniera definitiva, perché la linea del traguardo è stata più volte spostata in avanti. Ma il vantaggio della fuga sarebbe risultato difficile da recuperare. Non avendo subito il colpo di grazia, Torino è rimasta aggrappata alle sue certezze cercando di continuare a proporre la sua versione migliore. Senza mai scrollarsi di dosso le incertezze politiche ed economiche congenite dell’attuale quadro italiano, ma mostrando un’enorme buona volontà nel continuare a inseguire un sogno che può fare affidamento anche su solidi precedenti. In Italia sappiamo come allestire un grande evento, specie se si parla di tennis, in un contesto dalla bellezza superiore alla media. I dati e il peso specifico degli Internazionali (soprattutto) e delle Next-Gen ATP Finals sono lì a testimoniarlo e a spostare gli equilibri nel confronto tra le macchine organizzative.









LE RIVALI COME STANNO? – Non che la concorrenza sia di poco conto. Londra offre le certezze della O2 Arena e di un evento che funziona alla perfezione, ma che dopo undici anni (quelli che saranno passati dal debutto del 2009 al termine programmato del 2020) potrebbe necessitare di nuovi stimoli. Anche (non solo) economici: perché chi da anni porta avanti con successo la baracca delle Finals non sembra così convinto ad assecondare l’ATP che ha alzato l’asticella delle pretese. La capitale inglese – da quanto si apprende – accetterebbe al massimo di andare avanti alle condizioni attuali, senza incrementare il già ingente investimento. Manchester, probabilmente, è troppo vicina per rappresentare una ragionevole discontinuità. Anche se sarebbe l’unica altra città del lotto in cui le Finals porterebbero benefici di indotto rispetto al punto di partenza. Tokyo e Singapore non sembrano avere problemi – come era immaginabile – per ciò che riguarda le garanzie economiche di provenienza privata (e qui si guadagna punti), ma allo stesso tempo non brillano per attrattività geografica e logistica rispetto all’Europa. Nessuna è ancora fuori dai giochi, ma una griglia di partenza con Torino davanti a tutte le altre è in questo momento più che ragionevole.





UNA QUESTIONE ITALIANA – Non ci si può esporre delineando certezze, anche perché in questa vicenda manca un presupposto fondamentale anche per noi operatori dell’informazione: le comunicazioni ufficiali. Non ne sono arrivate dall’ATP né dalla FIT che è decisamente sul pezzo, ma preferisce agire con discrezione. Non si può dire nell’ombra, perché altrimenti il presidente Binaghi – raccontano i ben informati dei palazzi romani – difficilmente avrebbe fatto sentire la sua presenza a Miami ai vertici ATP. Sempre dal punto di vista mediatico, è evidente come l’attenzione che la stampa italiana ha dedicato al tema sia stata nettamente superiore a quella dei media dei Paesi concorrenti. Ne abbiamo avuto conferma sul campo ai tornei del Sunshine Double, dove i nostri inviati hanno faticato a trovare sponda nei colleghi inglesi o asiatici su una questione che è sembrata per larghi tratti interessare all’Italia più che a chiunque altro.





COSA CHIEDE L’ATP – La lunga premessa ha un senso per inquadrare lo stato dell’arte. I tempi slittano ancora (si parla di venerdì, ma senza alcun riscontro ufficiale) perché l’ATP ha chiesto a Torino e ai suoi partner pubblici e privati di mettersi in regola sotto ogni punto di vista. Non è in discussione la presenza dei fondi, ma la loro modalità di erogazione. Come riportato su La Repubblica oggi in edicola, a firma di Jacopo Ricca, l’ultimo ostacolo è sorto sul riconoscimento del Credito Sportivo da parte dei vertici del tennis mondiale. Lo status di banca pubblica, scelta dal Governo per erogare la fideiussione da circa 78 milioni di euro a copertura del quinquennio, va a scontrarsi con alcuni requisiti formali richiesti per sbloccare la pratica. Non mancando la materia prima (i fondi), il problema pare risolvibile chiamando in causa – come si era già immaginato in una prima fase – un istituto di credito privato dal rating di prima fascia (si è pensato a BNL e a Intesa San Paolo, quest’ultima per contiguità territoriale) in grado di sbloccare le garanzie, poggiando sul decreto della presidenza del Consiglio che ha tenuto in vita la candidatura.





LE TEMPISTICHE DELL’EVENTUALE ANNUNCIO – Potrebbe essere questione di giorni, quelli che l’ATP sembra abbia voluto concedere agli italiani per l’integrazione di ogni aspetto burocratico. L’intervento da garante di una banca privata andrebbe così anche ad ammortizzare (se non ad annullare) il ventilato rischio di revocabilità dei finanziamenti in caso di mutazioni del quadro politico prevedibili da qui al 2021. Pur non essendoci conferme in tal senso, la FIT – per iniziativa di Binaghi, come svelato sempre dal quotidiano romano – avrebbe anche ottenuto la controfirma della neonata società “Sport e Salute” (evoluzione di CONI Servizi) ai contratti che andranno sottoscritti tra la stessa federazione e l’ATP. Si parla quindi di contratti, di un percorso per andare nero su bianco. Pur in assenza di certezze, stonerebbe se non ci fosse alla base una solida promessa.





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L’EVENTO INTERNAZIONALE DI TENNIS 28 marzo 2019 - 18:01

Atp Finals, Torino col fiato sospeso

di Gabriele Guccione



«Dita incrociate», scongiura la sindaca Chiara Appendino. Che esagera: «Non ci dormo da tre notti». Per lei, ma soprattutto per i torinesi, la snervante attesa durerà ancora un giorno: il verdetto era atteso per giovedì 28 è stata rinviata al giorno successivo. A decidere sarà il board dell’associazione mondiale dei tennisti professionisti, a Miami. In ballottaggio per le Atp Finals dal 2021 al 2025 figurano Londra, Manchester, Tokyo, Singapore o ancora, «dita incrociate», Torino.
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